I numeri delle sanzioni dal Garante: Italia prima in classifica
Aumento delle sanzioni europee per le violazioni del GDPR. L’Italia è al primo posto con più di 69 milioni di euro in multe.
Tocca quota 272,5 milioni di euro il totale delle sanzioni inflitte dai Garanti privacy europei per violazione del GDPR da maggio 2018: complessivamente sono state accertate oltre 281.000 notifiche di violazione dei dati personali. Nell’ultimo anno, dal 28 gennaio 2020 a oggi, sono state rilevate in media 331 violazioni al giorno: un incremento del 39% rispetto ai due anni precedenti.
I dati sono riportati nella ricerca elaborata dallo Studio Legale DLA Piper dal titolo:“Dla Piper GDPR fines and data breach survey: January 2021”. In cima alla classica Germania (77.747), Paesi Bassi (66.527) e Regno Unito (30.536) per numero di data breach notificate alle autorità di regolamentazione.
Il Garante della privacy italiano è primo in classica per multe, con un totale di 69,3 milioni, seguito da Germania e Francia rispettivamente con 69,1 e 54,4 milioni. Le sanzioni partono dal 25 maggio 2018, giorno di entrata in vigore della nuova normativa sulla privacy.
Il report dimostra come negli ultimi 12 mesi il mondo della privacy sia stato caratterizzato da un aumento di multe e sanzioni. Le multe italiane più elevate sono collegate, per la maggior parte dei casi, al trattamento dei dati personali nel mondo del telemarketing e riguardano la mancanza di validità del consenso, violazioni nel trasferimento dei dati, mancanza sui controlli sulla corretta operatività dei call center.
Data: 12 febbraio 2021
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Cosa cambierà col Regolamento ePrivacy?
Il Consiglio UE ha approvato una proposta per la revisione della direttiva e-Privacy. L’obiettivo principale è garantire la massima riservatezza delle comunicazioni elettroniche.
ll Consiglio Europeo il 10 febbraio ha approvato un mandato negoziale finalizzato alla revisione delle norme del Regolamento ePrivacy, in materia di tutela della vita privata e della riservatezza nell’uso dei servizi di comunicazione elettronica. L’obiettivo principale del nuovo testo sarà quello di garantire la massima riservatezza delle comunicazioni elettroniche, incluse le comunicazioni di dati che avvengono tramite dispositivi dell’Internet delle cose (IoT) e le attività di direct marketing e telecomunicazioni al fine di tutelare gli utenti finali da fenomeni di abuso dei propri dati.
Il processo di revisione ha avuto inizio nel 2017 e si è ritenuto necessario per armonizzare la precedente direttiva, ai principi del GDPR ed agli ultimi sviluppi tecnologici e digitali che hanno innovato il settore delle comunicazioni.
Il nuovo regolamento si applicherà nei confronti di tutti gli utenti finali che si trovano nell’UE: al pari di quanto previsto dal GDPR, ciò comporterà l’applicazione delle norme in esame anche nei casi in cui il trattamento dei dati avviene al di fuori del territorio UE o nei casi in cui i fornitori siano ubicati al di fuori dell’UE.
Ma cosa riguarda il Regolamento ePrivacy?
Il documento si occupa di definire le regole per:
Data: 10 febbraio 2021
Documento PDF
Link Consiglio UE
No all’uso delle impronte digitali dei dipendenti
Il Garante ha sanzionato per 30.000 euro l’Azienda sanitaria provinciale (Asp) di Enna per l’utilizzo di un sistema di rilevazione delle presenze basato sul trattamento di dati biometrici dei dipendenti.
Il Garante ha dichiarato illecito il trattamento dei dati biometrici applicando all’Asp di Enna 30.000 euro di sanzione in quanto:
Il codice Iban è un dato personale?
Si, secondo la recente sentenza della Cassazione (Sentenza n. 4475/2021), il codice Iban è un dato personale ai sensi del GDPR. Si considerano infatti «dati personali» tutte le informazioni «relative a persona fisica, identificata o identificabile, anche indirettamente, mediante riferimento a qualsiasi altra informazione, ivi compreso un numero di identificazione personale».
Il Medico Competente è un Responsabile del trattamento?
No, secondo un Parere del Garante il medico competente è un Titolare autonomo dei dati. Unico legittimato a trattare i dati sanitari dei lavoratori per le finalità indicate dalle Legge 81/2008 in materia di igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro.
I Fornitori sono da considerare tutti Responsabili del trattamento?
Non è detto. Va fatta una valutazione del contesto: vanno considerati aspetti importati della fornitura:
Quanto conservare i dati della videosorveglianza?
Salvo specifiche disposizioni, spetta all’azienda individuare i tempi di conservazione delle immagini in caso di videosorveglianza, anche nei luoghi di lavoro. È uno dei chiarimenti forniti dal Garante nelle Faq pubblicate il 5 dicembre 2020. Il Garante ha chiarito alcuni adempimenti legati alla tutela della privacy, che si aggiungono a quelli previsti, sul fronte giuslavoristico, dallo Statuto dei lavoratori
Il double-opt in è obbligatorio?
No, non è un meccanismo legalmente obbligatorio, ma è certamente un meccanismo virtuoso: assolutamente raccomandato. Il double opt-in prevede un doppio step di conferma, da parte dell’utente, circa la volontà di ricevere le comunicazioni.
I dati sensibili devono essere criptati?
No, il GDPR non prevede un obbligo assoluto in tal senso. E’ una tra le misure di sicurezza previste dall’art. 32 del GDPR.